Quando
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13/06/2012
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Km percorsi
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305
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Itinerario
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A27 - Vittorio Veneto Nord - S51 dir. Cadore - Pieve di Cadore - Pelos di Cadore - Laggio di Cadore - S619 - Sella di Razzo - Sauris - La Maina - Ampezzo - Priuso - Monte Rest - S552 - Tramonti di Sopra - Meduno - Maniago - Vivaro - Murlis - Cimpello - A28 - Portogruaro - A4 - S. Stino sul Livenza - Corbolone. |
Note enogastronomiche
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La giornata è di nuovo grigia: ahinoi, la pioggia
ci accompagnerà anche oggi. Da Mestre di nuovo autostrada fino a Vittorio
Veneto Nord, da dove imbocchiamo la
S51 direzione Cadore. Raggiungiamo Pieve di Cadore, dove ci
fermiamo in un delizioso bar per gustare un magnifico strudel casereccio. La
sosta ci serve anche per studiare un po' il percorso. Oggi c'è veramente poco
di programmato, ma il desiderio di avventura e di scoprire luoghi affascinanti
e sconosciuti è comunque grande. Come scopriremo nel corso della giornata, il
Friuli si presta infinitamente bene, una regione incantevole, ricca di
tradizioni, dove la civiltà sembra sia passata di striscio, senza fermasi
troppo.
Da Pieve proseguiamo per Vigo di Cadore e inizamo
la nostra salita per la S619,
che preferiamo alla SS52 per Ampezzo. La strada sembra abbandonata da Dio.
Attraversiamo la sella di Ciampigotto, dove due curiosi austriaci in BMW si
fermano proprio accanto a noi per una foto veloce. Proseguiamo per la Sella di Razzo, che ci
regalerà alcuni dei migliori scatti di tutto il viaggio.
Sella di Ciampigotto. Due austriaci si fermano per un veloce scatto proprio accanto a noi |
Sella di Razzo |
Sella di Razzo |
Passiamo per Sauris, il comune più alto di tutta
la regione Friuli Venezia Giulia, a ben 1362 m s.l.m., un'isola
linguistica germanofona, che ha potuto conservare intatta la propria lingua e
le proprie tradizioni in virtù dell'isolamento che ha vissuto fino a pochi
decenni fa.
Da Sauris proseguiamo per Ampezzo. Arrivati a La Maina, indecisi su come
arrivare ad Ampezzo, optiamo per la strada più veloce, che però percorre delle
avvincenti quanto pericolose gallerie di sampietrini umidi e scivolosi.
E' già passata l'ora di pranzo e il cielo grigio che ci accompagna da Pieve di Cadore non promette nulla di buono. La fame comincia a farsi sentire, ma non è facile trovare un posto dove mangiare.
Poco prima di imboccare le gallerie |
E' già passata l'ora di pranzo e il cielo grigio che ci accompagna da Pieve di Cadore non promette nulla di buono. La fame comincia a farsi sentire, ma non è facile trovare un posto dove mangiare.
Dopo un piuttosto lungo girovagare e qualche
indicazione fornita in friulano stretto, nella frazione di Priuso troviamo un
piccolo bar/ locanda dove ci accoglie una vecchia ma sagace signora che ci
prepara un ricchissimo piatto di pasta al ragù. Ci intrattiene chiedendoci da
dove veniamo e fornendoci qualche informazione stradale e suggerimenti su cosa
visitare in zona.
Nel frattempo il tempo sembra peggiorare ancora, indossiamo così l'equipaggiamento antipioggia (cioè dire i nostri vecchi K-way) prima di intraprendere la salita sul monte Rest. Qualche goccia d'acqua ci coglie, la starda tortuosa è completamente bagnata, procediamo con cautela, ma procediamo.
Nella locanda, gustando la nostra pasta al ragù |
Nel frattempo il tempo sembra peggiorare ancora, indossiamo così l'equipaggiamento antipioggia (cioè dire i nostri vecchi K-way) prima di intraprendere la salita sul monte Rest. Qualche goccia d'acqua ci coglie, la starda tortuosa è completamente bagnata, procediamo con cautela, ma procediamo.
Tramonti di Sopra, di Mezzo, di Sotto, anche qui
qualche impavido motociclista d'Oltralpe non manca. Passiamo Meduno, e
siamo a Maniago. Qui ci ritroviamo all'improvviso sotto una pioggia battente
che costringerebbe quasi a fermarsi. La strada non riesce a drenare e la
visibilità è molto scarsa, ma proseguiamo per Vivaro, dove ci lasciamo la
perturbazione alla nostra destra. Poi Murlis, Cimpello, A28 e siamo a
Portogruaro. Da qui, un altro breve tratto di autostrada A4 fino a San Stino
sul Livenza, dove il peggiore sgrullone di tutta la settimana ci coglie proprio
poco prima di raggiungere casa di mio zio Fabio. Siamo a pochi metri, il tempo
di una telefonata per rintracciare la strada di casa loro, e siamo tutti
bagnati. Facciamo il nostro ingresso in casa completamente zuppi, ma non siamo
nella pelle e raccontiamo loro la giornata appena trascorsa.
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