mercoledì 16 maggio 2012

Sperlonga, passando per i Lepini



Quando
25/04/2012
Km percorsi
426
Itinerario
GRA - Tuscolana - Montecompatri - Rocca Priora - Lariano - Giulianello - Cori - Rocca Massima - Segni - Montelanico - Carpineto Romano - Priverno - Amaseno - Vallecorsa - Lenola - Fondi - Itri - Sperlonga - Itri - Fondi - Lenola - Vallecorsa - Amaseno - SS156 dir. Latina - Sezze - Appia - Borgo Podgora - Borgo Montello - Pontina - Aprilia - Pomezia - Pratica di Mare - Ostia.
Note enogastronomiche
da "Guido il Mozzarellaro" - www.ristorodaguido.eu

Giorno di riposo comunicato all’ultimo minuto. Il tempo sembra finalmente migliorare dopo settimane di freddo e piogge che ci hanno costretti a casa. Non possiamo non approfittarne, tanto che nemmeno una brutta influenza mi ferma. L’unica concessione che ci permettiamo è una sveglia un pochino più “umana”: alle 7.30 siamo in piedi, alle 9.00 lasciamo il garage. Tentati dalla Toscana, optiamo all’ultimo momento per un giro “mare e monti” di cui tante guide e tanti motociclisti ci hanno parlato: raggiungere Sperlonga, passando per l’entroterra del basso lazio, attraverso i monti Lepini, Ausoni e Aurunci. Decidiamo di approfittarne, anche perché si tratta di un itinerario impossibile da percorrere nei periodi più caldi, a causa delle temperature, e soprattutto della grande dose di impegno che richiede. Ma di questo ancora non siamo consapevoli (magari, se avessimo letto più attentamente la guida Itineriders - "20 proposte in moto per il centro Italia", a cura di Diego D'Andrea, Qualitime, avremmo evitato qualche piccolo stupido errore), tanto che, nella zona dei Castelli Romani, decidiamo di allungare (inutilmente) di qualche km: Tuscolana, Frascati, Montecompatri, Rocca Priora (e ancora non siamo riusciti ad individuare la strada che da Montecompatri sale direttamente verso Rocca Priora), e finalmente Lariano, dove inizia davvero il nostro percorso. Manchiamo l’uscita per Rocca Massima, ci ritroviamo a Cori, risaliamo poi a Rocca Massima per una salita ripidissima e tortuosa. Sosta colazione a Rocca Massima, con il suo meraviglioso belvedere. Intanto l’influenza peggiora, la testa sembra sul punto di scoppiare, di certo l’aria frizzante ed il vento non mi aiutano. Si continua, cerco di non pensare al fatto che siamo solo ancora all’inizio del viaggio, lontanissimi dalla meta. E sono già le 11.30.
Una bella strada ricca di curve all'ombra del bosco ci porta a Segni, da dove imbocchiamo la 609 direzione Priverno. Belle curve, asfalto in ottimo stato, una pace inaspettata per essere un giorno di festa. Alcuni gruppi di motociclisti hanno approfittato della magia di questi posti, ma nonostante la loro presenza l’atmosfera di surrealtà è rimasta intatta.
A Priverno evitiamo la statale che sale a Frosinone e deviamo direttamente per Amaseno: continuiamo a macinare km fra vallate silenziose, paesi desolati, come Vallecorsa. Paesaggi magici,  sino al Passo di Quercia Monaco, dove si apre invece un panorama assai diverso: sotto di noi Lenola, e in lontananza la pianura di Itri e Formia, serre a non finire a degradare verso il mare.
Autoscatto
Una delle vallate incorniciate dai Lepini
Di nuovo la valle sotto di noi
Siamo sull'Appia, percorriamo l’unico tratto di rettilineo dell'intero itinerario, alla fine del quale però , quando meno te lo aspetti, le curve sono talmente invitanti che nemmeno il mio stato febbricitante mi trattiene dall’aprire un po’ il gas. Ad Itri prendiamo la strada che porta direttamente a Sperlonga. Qui si apre un paesaggio mozzafiato, finalmente i monti incontrano il mare, spumeggiante di bianco in un accostamento di colori da lasciare il segno. Ville esclusive con vista mare ci fanno interrogare sull'edificabilità di questo territorio. Si scende a Sperlonga per la strada tutte curve tagliata nella roccia, e dopo aver percorso un breve ma suggestivo tratto della via Flacca si giunge da Guido il Mozzarellaro per una pausa ristoratrice.
Sperlonga

Un po' di gas


Il sole è caldo, la fame è tanta, una bella Caprese tagliata con lentezza è proprio quello che ci vuole!

Guido il Mozzarellaro
Decidiamo di non guardare l’orologio, ed anche se ci rendiamo conto che è tardissimo, rinunciamo a tornare indietro diretti per la Pontina. Facciamo lo stesso percorso a ritroso fino a Priverno, dove però imbocchiamo la statale per raggiungere l’Appia, e da qui infine la Pontina. Si è fatto davvero troppo tardi. Tuttavia un tramonto bellissimo ci accoglie sul lungomare di Ostia, ci fermiamo al Curvone per una foto, ma il sole questa volta è stato impaziente, e decide di non aspettarci. Va bene così, la soddisfazione è tanta, per un’avventura da ripetere presto.

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