Quando
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16/08/2011
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Km percorsi
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473
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Itinerario
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Molina Aterno – Acciano – San Benedetto in Perillis – Capestrano – Ofena – Castel del Monte – Vado di Sole – Farindola – Montebello di Bertona – Cepagatti – Chieti – Guradiagrele – Casoli – Bomba – Pietraferrazzana – Villa Santa Maria – Quadri – Sant’Angelo del Pesco – S. Pietro Avellana – Vastogirardi – Carovilli – Roccasicura – Forlì del Sannio – Rionero Sannitico – Alfedena – Barrea – Villetta Barrea – Opi – Pescasseroli – Gioia dei Marsi – Pescina – Celano – Santa Iona.
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Note enogastronomiche
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Sveglia ore 6.33. Ci alziamo infreddoliti ed assonnati, dopo poco più di sei ore di sonno. La sera precedente abbiamo tirato fino a mezzanotte passata, per preparare l’equipaggiamento e studiare l’itinerario. È tutto pronto. Colazione veloce, ci vestiamo un po’ preoccupati per il freddo, memori di una delle ultime partenze di mattina presto, quando l’aria pungente ci accompagnò fino a tarda mattinata. Pronti ad affrontare le avversità delle temperature di montagna, siamo invece sicuri che il tempo sarà dalla nostra: le previsioni telefoniche della sera prima di mio fratello ci hanno convinti a rinunciare all’equipaggiamento anti-pioggia.
Si scaldano i motori, cercando di non disturbare troppo la quiete mattutina del paese. Si parte. Poche curve, e l’aria già comincia a rivelarsi più mite del previsto. Vengono via i primi strati, le borse di sgonfiano.
Il caldo comincia a farsi sentire, nonostante si salga di quota |
Primo rifornimento presso Molina Aterno. E poi Capestrano, Ofena, ed è qui che cominciamo ad incontrare i primi motociclisti seri. A Castel del Monte ci fermiamo per rifocillarci: il paese è estremamente vivo, la piazza principale gremita di persone. Ci facciamo largo con difficoltà tra la folla per ripartire, e proseguiamo alla volta di Campo Imperatore. Lo scenario cambia completamente: Vado di Sole, Farindola, Montebello di Bertona, la strada è in condizioni pessime, procediamo lentissimi, sono i km più lunghi e faticosi, che però ci portano sulla famosa statale 81. Arteria importante della parte più industrializzata dell’Abruzzo, la strada scorre libera attraversando un paesaggio collinare che ci ricorda l’Umbria. Scesi di quota, il caldo comincia a farsi sentire e a darci i primi problemi. A Cepagatti ci fermiamo nuovamente, un panino al volo e check dell’itinerario. Vorremmo evitare di attraversare Chieti, ma ci sfugge una piccola uscita e ci ritroviamo in città. Nonostante questo, uscire si rivela più facile del previsto, l’aiuto di una piccola indicazione e siamo di nuovo a divorare km sulla statale 81 – direzione: lago di Bomba. Il caldo aumenta, i cilindri scaldano, prima di raggiungere il lago, sosta obbligata per fotografare il viadotto inconcluso di questa martoriata statale. Uno stupido errore di progettazione, e questa imponente opera civile è lì da anni a ricordare ai passanti increduli il marciume dell’amministrazione della nostra povera Italia.
Prospettiva del viadotto inconcluso della statale 81 |
Prospettiva dell'altro tronco di strada |
Seguiamo le indicazioni per il lago di Bomba, ed eccoci sulla statale 652. Finalmente si sale di quota, ci fermiamo esausti nel paese di Bomba.
Veduta del viadotto inconcluso dal paese di Bomba |
Dopo esserci rinfrescati con un ghiacciolo, si continua l’avventura: il lago di Bomba è sempre spettacolare: ammirati, contempliamo l’enorme ammasso roccioso che si staglia nel mezzo di Pietraferrazzana. Pochi metri, e siamo di nuovo fermi nei pressi di Villa Santa Maria a fotografare l’imponenza dei pilastri della statale, vicino ai quali ci sentiamo piccolissimi.
Sotto i pilastri della statale |
Proseguiamo sulla statale e ci fermiamo per il rifornimento. Un carabiniere annoiato si accende una sigaretta vicino al distributore del GPL.
Diretti verso il Molise, dei nuvoloni neri in lontananza non preannunciano nulla di buono. Siamo a Quadri, e succede quello che temevamo: è pioggia, proprio nel tratto peggiore di questa strada. Siamo in Molise, lontani da casa, e senza equipaggiamento. L’acqua va e viene, l’asfalto è comunque bagnato, e le gomme di Daniele non sono proprio nelle condizioni migliori. All’altezza di Sant’Angelo del Pesco, siamo costretti a rinunciare alla salita verso Capracotta, paese arroccato a 1400 m di quota e che tanto ci aveva incuriositi in occasione di precedenti giri in zona. Rientriamo sulla statale ad alto scorrimento, ma le condimeteo sembrano migliorare. Lasciamo la statale all’uscita di San Pietro Avellana per decidere se proseguire o meno. Riteniamo che un ulteriore spuntino possa decisamene aiutarci a riflettere meglio. Le auto che provengono dalla direzione che dobbiamo prendere sembrano asciutte, il cielo è grigio, ma non troppo. La strada non sembra così bagnata. L’avventura deve continuare.
Finalmente in Molise |
Un inaspettato Molise ci accoglie tra paesaggi splendidi, colline boscose, odori forti di umidità e vegetazione. L’asfalto è umido quasi ovunque, in alcuni punti addirittura bagnato. Poco dopo Stazione di San Pietro Avellana ci superano due motociclisti che accompagneranno il nostro incedere incerto per parecchie curve. Il tempo sembra sospeso, un’atmosfera magica dovuta forse al cielo plumbeo, ai luoghi, o all’ora tarda del pomeriggio. Chi lo sa. Giunti a Carovilli, le nostre strade si dividono: i centauri si allontanano per chissà dove, noi proseguiamo per la statale 86: Roccasicura, Forlì del Sannio. In quest'ultimo tratto, la strada lascia veramente a desiderare.
Il nuovo stralcio della SS 17: dopo anni, nessuna previsione di fine lavori |
Il primo stralcio completato della statale 17 - direzione Isernia - appaga la nostra voglia di macinare km sospesi nel nulla. Viadotti altissimi, dai quali ora cavalchiamo sui boschi che poco prima attraversavamo. Giunti quasi ad Isernia, risaliamo la vecchia SS 17: un otto volante, ahinoi, corredato di un nuovo guard rail decisamente minaccioso.
Breve sosta a Rionero Sannitico, e poco dopo siamo nuovamente in Abruzzo. Ahinoi, ancora lontanissimi da casa. Decidiamo tuttavia di proseguire l’avventura per Alfedena, rinunciando alla comodità di un più rapido rientro passando per Sulmona. Purtroppo, il tempo non è proprio dalla nostra. Il cielo è nerissimo, cade qualche goccia. Questa volta, la situazione è molto più preoccupante: siamo nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, non c’è quasi più luce, l’asfalto è bagnato e sono già le 7 del pomeriggio. Il Lago di Barrea ci appare come un’affascinante distesa, nera e minacciosa. Sembra quasi contribuire a far crescere l’ansia. Stanchi e rassegnati, finalmente ad Opi si apre uno spiraglio che riaccende l’umore. Poco più avanti, un cielo sereno ci regala i colori bellissimi del tramonto.
Sembra tutto volgere per il meglio, quando nella discesa del Passo del Diavolo la moto di Daniele comincia a fare i capricci: uno strano rumore metallico e scoppi anomali nella marmitta in fase di rilascio fanno presagire che qualcosa non va... Siamo costretti a fermarci di nuovo, e notiamo che il collettore del cilindro posteriore si è allentato. Sono le 8, siamo ancora a 40 km da casa, nei pressi di Gioia dei Marsi. Decidiamo di ripartire, accompgnati da un pizzico di preoccupazione, tanto rumore e qualche fiammata blu che illumina l'imbrunire.
Sono le 20.45. Dopo ben 473 km e 13 ore di viaggio rientriamo a casa. Distrutti e affamati, ma con il ricordo di un’avventura incredibile.
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