giovedì 10 novembre 2011

Primo contatto: Tolfa

 
Quando
31/10/2011
Km percorsi
210
Itinerario
Braccianense
Note enogastronomiche
-



                Prima uscita con la nostra Versys: Daniele è alla guida, per esperire il primo contatto con la moto.      Io oggi faccio da passeggera, cercando di capire se è veramente valida per viaggiare in due.

Partiamo con calma, in tarda mattinata, per evitare il freddo. In realtà l’aria è calda, la giornata soleggiata. Direzione: Tolfa. Una meta non troppo lontana, per macinare qualche km senza allontanarsi troppo, in un periodo dell’anno in cui auspichiamo la località non sia invasa da screanzati motociclisti. E così è.

Tagliando le campagne tra Fregene e Maccarese, prendiamo una stradina che dall'Aurelia ci porta sulla Braccianense. Le strade sono abbastanza deserte, il cielo si incupisce man mano che ci avviciniamo nei pressi del Lago di Bracciano. La Versys ci stupisce con la briosità del motore, che sebbene in due, non dà segni di stanchezza, anzi, risulta estremamente divertente. Anche Daniele inizia a prendere confidenza con la frenata assai meno incisiva. Il passeggero viaggia comodo, il baule capiente permette di portare pranzo e vestiario senza alcun problema.
Quando siamo a Tolfa, è completamente velato, l’aria più frizzante. Ci fermiamo per mangiare un pezzo di pizza, solo un paio di coppie di motociclisti ci fanno compagnia. Due sono spagnoli, viaggiano con una vecchia BMW con motore a sogliola. Ci chiediamo da dove vengono, dove andranno. C’è una strana pace. L’atmosfera è perfetta per la nostra prima uscita, l’emozione, grande.
Dal belvedere della piazza principale di Tolfa

Preparandosi per ripartire

In marcia...

Sostando...

Un po' di relax...

Ci riavviamo verso Roma seguendo la Braccianense. Una volta in città, piccolo passaggio in centro per acquistare qualche accessorio: tamponi per il piede forcella e borsa da serbatoio (GIVI T483) da Gambelli (rivenditore dagli ottimi prezzi di accessori e abbigliamento per moto e scooter in zona Circo Massimo - www.gambelli.net). Nonostante il bauletto ed il tris di valigie, la comodità della borsa è impareggiabile, soprattutto per riporre gli oggetti da tenere a portata di mano (telefono, navigatore, telepass, cartina, portafoglio, fotocamera...).
Sempre più soddisfatti dell’acquisto…

venerdì 4 novembre 2011

Nuova Kawasaki Versys: da Ascoli Piceno a Roma, tutta d’un fiato

Quando
15/10/2011
Km percorsi
228
Itinerario
SS4 (Salaria)
Note enogastronomiche
Ristorante “La tana del lupo”, Via Capocroce, 1 - 02016 Albaneto
Telefono 0746/925042
Cellulare 338/8026709





Ebbene sì, inizia una nuova fase. La nostra cara BMW ci lascia, per far posto alla new entry: Kawasaki Versys ABS del 2009. L'acquisto è già di per sé una vera e propria avventura.


Dopo varie ricerche, ci rendiamo conto di avere le idee chiare: nonostante la R1100S ci abbia accompagnati in tanti viaggi, con la sua affidabilità e prestanza, siamo convinti che basti qualcosa di più piccolo, maneggevole e facilmente gestibile, che ci permetta di viaggiare in modo più spensierato. La scelta ricade subito sulla Versys, nella versione ABS. Il mercato dell'usato è ridotto a due o tre esemplari in tutta l'Italia, ma l'annuncio di Ascoli Piceno ci colpisce fin da subito. Il proprietario sembra una persona davvero seria, animato da una grande passione e maniacale nella cura della moto. Ci fornisce diverse informazioni interessanti, e ancor prima di andarla a vedere, già sentiamo che sarà lei.

Giunti a Folignano la prima volta, scopriamo con nostra piacevole sorpresa che la moto è dotata di molti più accessori di quelli descritti nell’annuncio: oltre alle gomme seminuove, allo scarico MIVV, al cupolino maggiorato, e non da ultimo, al tris di valigie, troviamo conta marce, presa da 12V per gestire le apparecchiature elettroniche nei viaggi più lunghi ed impegnativi, frecce al LED, faro allo xeno. Quando Giuseppe rimuove il telone che copre e protegge la moto, restiamo affascinati: nera fiammante, poggia su due cavalletti.

È bastato davvero poco per convincerci, prendiamo accordi per tornare a Folignano e fare il passaggio di proprietà.
Due settimane dopo, siamo di nuovo lì: firmiamo le carte, e con una vena di tristezza Giuseppe la tira fuori dal garage per consegnarcela.
Io e la moto di fronte al garage di Giuseppe




Io mi preparo e mi vesto di tutto punto. Avrò il piacere di portarla a casa, mentre Daniele mi seguirà in macchina.
Preparativi...





È incredibile come riesca a prendere subito confidenza con il mezzo: è maneggevole all’ennesima potenza, nonostante le dimensioni non proprio minute. La moto è infatti altissima, l’impostazione di guida è quella tipica delle enduro stradali, ma nonostante questo, il peso è irrisorio: 180 kg a vuoto, contro i 240 del colosso tedesco, sono davvero un bel guadagno in termini di guidabilità.
Dallo specchietto retrovisore

L’unica pecca è rappresentata dai freni: l’impatto è brusco, essendo abituato alla frenatura potente e sicura della BMW, la reazione della Versys è davvero diversa. Dopo alcuni km, scopro con piacere che comunque è per lo più questione di abitudine: basta prendere confidenza con le tempistiche di frenata, e tutto viene da sé. Allo stesso modo, le sospensioni sono un po’ troppo morbide, e lasciano intuire tutte le asperità dell’asfalto. Infine, qualche fastidiosa vibrazione ai bassi regimi. Ma nulla di più.

Breve sosta



Nonostante questo, il motore è davvero brioso, e mi stupisce fin da subito. Si rivela efficace soprattutto nel tratto di strada di montagna, dove la salita e le curve non lo mettono minimamente in difficoltà. Un motore meno potente, sì, ma dai rapporti più corti, che sale subito di giri, sopperendo così alla carenza di coppia.

Dettagli

Il ritorno è tutta un’emozione: una Salaria deserta ci accompagna, Daniele in auto, io in sella. L’aria è piacevolissima, ce la prendiamo con tutta la calma del mondo. Decidiamo di fare una piccola deviazione per Albaneto, per festeggiare l’acquisto con un lauto pranzo dai sapori locali. Siamo semplicemente in fibrillazione.

Quasi un GS...(da lontano)


La Salaria deserta
Non c'è davvero nessuno...


Ripartiamo, e avvicinandoci verso Roma, ci dividiamo, perché un po’ di traffico disallinea il nostro incedere su quattro e  due ruote. Il destino vuole che ci rincontriamo casualmente sul raccordo anulare, per poter procedere assieme fino a casa.

Nel garage, non sto nella pelle. Subito, scrivo un messaggio a Giuseppe: sono arrivata, la moto è fantastica. Grazie, di cuore. Con la stessa emozione mi risponde. Lui, che l’ha portata a vivere l’emozione di Capo Nord. Come lo è stata per lui, ora sarà grande compagna di viaggio per noi.

mercoledì 2 novembre 2011

Giro assurdo in Molise (e non solo...)

Quando
16/08/2011
Km percorsi
473
Itinerario
Molina Aterno – Acciano – San Benedetto in Perillis – Capestrano – Ofena – Castel del Monte – Vado di Sole – Farindola – Montebello di Bertona – Cepagatti – Chieti – Guradiagrele – Casoli – Bomba – Pietraferrazzana – Villa Santa Maria – Quadri – Sant’Angelo del Pesco – S. Pietro Avellana – Vastogirardi – Carovilli – Roccasicura – Forlì del Sannio – Rionero Sannitico – Alfedena – Barrea – Villetta Barrea – Opi – Pescasseroli – Gioia dei Marsi – Pescina – Celano – Santa Iona.
Note enogastronomiche
-



Sveglia ore 6.33. Ci alziamo infreddoliti ed assonnati, dopo poco più di sei ore di sonno. La sera precedente abbiamo tirato fino a mezzanotte passata, per preparare l’equipaggiamento e studiare l’itinerario. È tutto pronto. Colazione veloce, ci vestiamo un po’ preoccupati per il freddo, memori di una delle ultime partenze di mattina presto, quando l’aria pungente ci accompagnò fino a tarda mattinata. Pronti ad affrontare le avversità delle temperature di montagna, siamo invece sicuri che il tempo sarà dalla nostra: le previsioni telefoniche della sera prima di mio fratello ci hanno convinti a rinunciare all’equipaggiamento anti-pioggia.

Si scaldano i motori, cercando di non disturbare troppo la quiete mattutina del paese. Si parte. Poche curve, e l’aria già comincia a rivelarsi più mite del previsto. Vengono via i primi strati, le borse di sgonfiano.
Il caldo comincia a farsi sentire, nonostante si salga di quota




Primo rifornimento presso Molina Aterno. E poi Capestrano, Ofena, ed è qui che cominciamo ad incontrare i primi motociclisti seri. A Castel del Monte ci fermiamo per rifocillarci: il paese è estremamente vivo, la piazza principale gremita di persone. Ci facciamo largo con difficoltà tra la folla per ripartire, e proseguiamo alla volta di Campo Imperatore. Lo scenario cambia completamente:  Vado di Sole, Farindola, Montebello di Bertona, la strada è in condizioni pessime, procediamo lentissimi, sono i km più lunghi e faticosi, che però ci portano sulla famosa statale 81. Arteria importante della parte più industrializzata dell’Abruzzo, la strada scorre libera attraversando un paesaggio collinare che ci ricorda l’Umbria. Scesi di quota, il caldo comincia a farsi sentire e a darci i primi problemi. A Cepagatti ci fermiamo nuovamente, un panino al volo e check dell’itinerario. Vorremmo evitare di attraversare Chieti, ma ci sfugge una piccola uscita e ci ritroviamo in città. Nonostante questo, uscire si rivela più facile del previsto, l’aiuto di una piccola indicazione e siamo di nuovo a divorare km sulla statale 81 – direzione: lago di Bomba. Il caldo aumenta, i cilindri scaldano, prima di raggiungere il lago, sosta obbligata per fotografare il viadotto inconcluso di questa martoriata statale. Uno stupido errore di progettazione, e questa imponente opera civile è lì da anni a ricordare ai passanti increduli il marciume dell’amministrazione della nostra povera Italia.
Prospettiva del viadotto inconcluso della statale 81

Prospettiva dell'altro tronco di strada


Seguiamo le indicazioni per il lago di Bomba, ed eccoci sulla statale 652. Finalmente si sale di quota, ci fermiamo esausti nel paese di Bomba.
Veduta del viadotto inconcluso dal paese di Bomba

Dopo esserci rinfrescati con un ghiacciolo, si continua l’avventura: il lago di Bomba è sempre spettacolare: ammirati, contempliamo l’enorme ammasso roccioso che si staglia nel mezzo di Pietraferrazzana. Pochi metri, e siamo di nuovo fermi nei pressi di Villa Santa Maria a fotografare l’imponenza dei pilastri della statale, vicino ai quali ci sentiamo piccolissimi.
Sotto i pilastri della statale

Proseguiamo sulla statale e ci fermiamo per il rifornimento. Un carabiniere annoiato si accende una sigaretta vicino al distributore del GPL.

Diretti verso il Molise, dei nuvoloni neri in lontananza non preannunciano nulla di buono. Siamo a Quadri, e succede quello che temevamo: è pioggia, proprio nel tratto peggiore di questa strada. Siamo in Molise, lontani da casa, e senza equipaggiamento. L’acqua va e viene, l’asfalto è comunque bagnato, e le gomme di Daniele non sono proprio nelle condizioni migliori. All’altezza di Sant’Angelo del Pesco, siamo costretti a rinunciare alla salita verso Capracotta, paese arroccato a 1400 m di quota e che tanto ci aveva incuriositi in occasione di precedenti giri in zona. Rientriamo sulla statale ad alto scorrimento, ma le condimeteo sembrano migliorare. Lasciamo la statale all’uscita di San Pietro Avellana per decidere se proseguire o meno. Riteniamo che un ulteriore spuntino possa decisamene aiutarci a riflettere meglio. Le auto che provengono dalla direzione che dobbiamo prendere sembrano asciutte, il cielo è grigio, ma non troppo. La strada non sembra così bagnata. L’avventura deve continuare.
Finalmente in Molise


Un inaspettato Molise ci accoglie tra paesaggi splendidi, colline boscose, odori forti di umidità e vegetazione. L’asfalto è umido quasi ovunque, in alcuni punti addirittura bagnato. Poco dopo Stazione di San Pietro Avellana ci superano due motociclisti che accompagneranno il nostro incedere incerto per parecchie curve. Il tempo sembra sospeso, un’atmosfera magica dovuta forse al cielo plumbeo, ai luoghi, o all’ora tarda del pomeriggio. Chi lo sa. Giunti a Carovilli, le nostre strade si dividono: i centauri si allontanano per chissà dove, noi proseguiamo per la statale 86: Roccasicura, Forlì del Sannio. In quest'ultimo tratto, la strada lascia veramente a desiderare.
Il nuovo stralcio della SS 17: dopo anni, nessuna previsione di fine lavori

Il primo stralcio completato della statale 17 - direzione Isernia - appaga la nostra voglia di macinare km sospesi nel nulla. Viadotti altissimi, dai quali ora cavalchiamo sui boschi che poco prima attraversavamo. Giunti quasi ad Isernia, risaliamo la vecchia SS 17: un otto volante, ahinoi, corredato di un nuovo guard rail decisamente minaccioso.

Breve sosta a Rionero Sannitico, e poco dopo siamo nuovamente in Abruzzo. Ahinoi, ancora lontanissimi da casa. Decidiamo tuttavia di proseguire l’avventura per Alfedena, rinunciando alla comodità di un più rapido rientro passando per Sulmona. Purtroppo, il tempo non è proprio dalla nostra. Il cielo è nerissimo, cade qualche goccia. Questa volta, la situazione è molto più preoccupante: siamo nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, non c’è quasi più luce, l’asfalto è bagnato e sono già le 7 del pomeriggio. Il Lago di Barrea ci appare come un’affascinante distesa, nera e minacciosa. Sembra quasi contribuire a far crescere l’ansia. Stanchi e rassegnati, finalmente ad Opi si apre uno spiraglio che riaccende l’umore. Poco più avanti, un cielo sereno ci regala i colori bellissimi del tramonto.

Sembra tutto volgere per il meglio, quando nella discesa del Passo del Diavolo la moto di Daniele comincia a fare i capricci: uno strano rumore metallico e scoppi anomali nella marmitta in fase di rilascio fanno presagire che qualcosa non va... Siamo costretti a fermarci di nuovo, e notiamo che il collettore del cilindro posteriore si è allentato. Sono le 8, siamo ancora a 40 km da casa, nei pressi di Gioia dei Marsi. Decidiamo di ripartire, accompgnati da un pizzico di preoccupazione, tanto rumore e qualche fiammata blu che illumina l'imbrunire.
Sono le 20.45. Dopo ben 473 km e 13 ore di viaggio rientriamo a casa. Distrutti e affamati, ma con il ricordo di un’avventura incredibile.

domenica 23 ottobre 2011

Molise raid in BMW

Quando
19/08/2011
Km percorsi
344
Itinerario
Santa Iona    Pescina – Cocullo – Anversa degli Abruzzi – Sulmona – SS17 (dir. Roccaraso) – Pietransieri  – Ateleta – Castel del Giudice – Capracotta – Vastogirardi – Bivio Staffoli – Carovilli – Pietrabbondante – Chiauci – Isernia – SS17 (dir. Rionero Sannitico) – Alfedena –Barrea – Opi – Pescasseroli – Gioia dei Marsi – Pescina – Santa Iona.
Note enogastronomiche
Ristorante “La grande Quercia” - c.da Fontecurelli
Carovilli (Isernia)



Sono le 08.30 e siamo nuovamente in viaggio alla volta del Molise. Una terra che ci ha estremamente affascinati, il cui richiamo è talmente forte da portarci ad esplorarla ancora una volta alla distanza di soli due giorni. Questa volta però il Monster di Daniele non è con noi, dopo aver dato qualche segno di stanchezza l’uscita scorsa, è in casa ad aspettare di essere riportato a Roma. Siamo in due a viaggiare sulla nostra R1100, per questo cercheremo di rimediare alla scomodità e alla poca maneggevolezza della tedesca affrontando il viaggio con tranquillità, intenzionati a godere più dei paesaggi che della strada.

Rifornimento a Pescina, si prosegue per Cocullo, Anversa degli Abruzzi, Sulmona, da dove prendiamo la SS 17 in direzione Roccaraso. Usciamo dalla statale per Pietransieri: piccolo centro montano nel cuore del comprensorio della Comunità Montana Alto Sangro e altopiano delle Cinquemiglia – di cui è il centro abitato più alto (1.359 metri s.l.m.), la tranquillità del posto ci invita subito ad una breve sosta caffè. Rifocillati, continuiamo per Ateleta, qualche km ancora e siamo nuovamente in Molise: passato Castel del Giudice, ci dirigiamo verso Capracotta.

Condimeteo avverse ci avevano impedito di raggiungere il paese delle bufere: Capracotta infatti, con i suoi 1421 m s.l.m., rappresenta, dopo Rocca di Cambio, il comune più alto dell’Appennino. In inverno non è difficile imbattersi in bufere di neve, specialmente nei mesi di gennaio e febbraio. Il manto nevoso può facilmente superare i due metri e talvolta raggiungere i 3 metri. Una lunga e tortuosa salita mette a dura prova la nostra moto, che emana calore in modo preoccupante. Senza contare le condizioni dell'asfalto, a dir poco pessime...
Le condizioni dell'asfalto  non erano certo delle migliori...
Giunti nel paese, troviamo un’atmosfera abbastanza animata e vivace, dovuta alla presenza di persone in villeggiatura, e questo toglie un po’ del fascino che avevamo immaginato. Cerchiamo un belvedere dal quale poter godere del panorama mozzafiato, ma purtroppo ci siamo fermati nel posto sbagliato e troviamo solo un  piccolo anfratto da cui poter scattare qualche foto attraverso una rete metallica. Tuttavia, il risultato non è affatto male...
Veduta da Capracotta

Ci rimettiamo in marcia, e continuiamo la nostra avventura in questa regione quasi dimenticata, ma così affascinante. Due giorni fa pensavamo che parte del fascino di cui eravamo stati vittime fosse dovuta al cielo grigio che faceva da cornice al paesaggio. Oggi il sole splende ferocemente, il caldo è quasi insopportabile, eppure restiamo nuovamente ammaliati dalla natura e dalla quiete di questi luoghi. Capracotta è alle nostre spalle ormai, davanti a noi si staglia un impianto eolico di grandi proporzioni. La strada è deserta, non passa quasi nessuno. Sembra quasi di sentire il rumore delle pale che tagliano l’aria con violenza. Forse troppe pale, ci chiediamo. Alcune installate al riparo dal vento. Ci figuriamo quale possa essere la storia di questo impianto. Storia già viste di un’Italia marcia. Indagheremo.
L'impianto eolico nei pressi di Capracotta
Viaggiamo in modalità passeggio alla volta di Vastogirardi, dove ci fermiamo. L’atmosfera è molto diversa da Capracotta, il paese è silenzioso, qualche paesano ci guarda incuriosito, goffi nelle nostre tute. Qualche foto, ed è già ora di pranzo. Decidiamo di muoverci e di trovare un posto per mangiare.
Vastogirardi - prospettiva da un belvedere

La foto parla da sé...
Piccolo scorcio in una silenziosa mattina di agosto
Ancora Vastogirardi...

Passiamo per Bivio Staffoli, una moltitudine di auto nei pressi di un grande maneggio. Due ragazze motocicliste catturano la nostra attenzione, stanno ripartendo da un ristorante. Andiamo avanti, e siamo a Carovilli. Cerchiamo un locale in paese, ma niente di interessante. Un’indicazione per un agriturismo dal nome “La grande quercia” sembra ispirare fiducia. Uscendo dal paese, lo troviamo in direzione Cerreto. Troviamo l’agriturismo, una piccola struttura con qualche camera per gli ospiti ed un ristorantino. Un posto favoloso, vista su una piccola valle, piccoli tavoli all’aperto, una grande quercia da cui il posto prende il nome. Delle foto d’inverno appese alle pareti fanno viaggiare il pensiero. Dobbiamo tornare, quando c’è neve. Tanta. Pasto ottimo, a parte il calore micidiale di una carne deliziosa servita su una pietra lavica fumante.
Un simpatico amico...
Dove ci avventuriamo dopo pranzo?
"La grande quercia"
All'ombra della grande quercia...










Ancora un'immagine del casale...
Due signori milanesi originari della zona vicini di mensa ci danno qualche indicazione e scambiano con noi qualche chiacchiera. Ci consigliano di visitare Pietrabbondante e Chiauci. E così facciamo.
                Dopo una piccola siesta ci rimettiamo in marcia, e, nonostante il caldo, ci addentriamo ancora di più nel Molise. Sosta a Pietrabbondante, paese a 1027 m s.l.m. incastonato fra enormi massi detti "Morge" ai piedi del monte Caraceno (1250 m s.l.m.).
Facile capire da dove il paese prenda il suo nome...
Daniele, la BMW ed la grande pietra
Martina, la BMW e la grande pietra
Ripartiamo alla volta di Chiauci. Le strade continuano ad essere vuote, i paesi deserti. La strada principale del paese è stata goliardicamente occupata da un gruppo di abitanti impegnati in una partita a carte. Passiamo, scattiamo una foto al volo, ci salutano sorridenti.
Un gruppo di bontemponi che giocano a carte seduti nel bel mezzo della strada principale del paese di Chiauci


Appena fuori dal paese incontriamo la diga sul Trigno che sta creando un lago artificiale di grandi dimensioni. Il livello dell’acqua sta salendo gradualmente, ma ancora c’è tempo perché raggiunga l’altezza prevista. Restiamo affascinati a fotografare quest’opera monumentale.

L'affascinante diga sul Trigno

Percorriamo un piccolo pezzo della SS 650 verso Nord, per poi tornare dietro diretti ad Isernia. Sosta in città per un rifornimento, riprendiamo la SS 17 nuova verso Forlì del Sannio, Rionero Sannitico, e rientriamo in Abruzzo passando per Alfedena, Barrea, Opi (dove sostiamo per una pausa rifocillatrice), Pescasseroli, Gioia dei Marsi, pieni delle emozioni vissute durante la giornata. A Pescina rivedo dopo qualche anno la mia amica Marianna, un breve saluto, ma pieno di intensità, che fornisce un’ulteriore nota positiva al nostro rientro.
                Sono le 20.30, solo ora rientriamo a casa. Ripercorro con la mente la strada percorsa, le persone incontrate, i paesaggi, cercando di trattenere ogni ricordo, ogni emozione, con avidità.